“Sa resorza” in vetrina a Dorgali

Il 9 e 10 agosto la seconda rassegna regionale del coltello sardo, nel ricordo del giovane fabbro Gianfranco Spanu, mancato due anni fa

Gaetano Solano
06/08/2014
Attualità
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Il 9 e 10 agosto avrà luogo a Dorgali la Seconda Rassegna Regionale del Coltello Sardo dal titolo “Sa resorza”. Lo scorso anno è stato un gran successo perché a parteciparvi sono stati circa cinquanta i maestri coltellinai provenienti da tutta l’isola. Artefice è l’insegnante elementare Tonino Spanu che ha voluto con determinazione ed entusiasmo che l’iniziativa avesse luogo a Dorgali in memoria del figlio Gianfranco. Infatti, la rassegna ha preso il nome di Memorial Gianfranco Spanu.

Gli Spanu da circa un secolo e mezzo sono fabbri ferrai che si sono distinti, come gli altri fabbri, per la creatività dei loro manufatti come gli utensili per la casa, la ferratura dei buoi e dei cavalli, gli aratri, le falci e gli altri attrezzi per la campagna, i chiavistelli per le porte e i cancelli, le cerniere per gli stipiti, le forbici per tosare, le ringhiere per i balconi che sono opere d’arte da conservare, i chiodi per i muratori, i tiranti per i muri angolari delle case. Antonio, Sebastiano, Tonino e Luciano e i giovani Gianfranco, Sebastiano e Claudio. Questi ultimi rappresentano la quarta generazione. Permane soprattutto l’arte dei coltelli. Altri oggetti sono stati soppiantati dall’industria.

Gianfranco era un giovane promettente. Amava tanto i cavalli. Era in simbiosi con loro. A vent’anni correva veloce come tutti i ragazzi. Provare l’ebbrezza del vento che ti viene contromano. Era forte e veloce il suo cavallo e voleva farlo divertire. Ma era di notte. Galoppavano al volo. E il destino ne ha approfittato. È inciampato il cavallo ed entrambi precipitano a terra. Gianfranco per sempre.
Lui che era già all’altezza dei suoi antenati e voleva perpetuare la storia familiare, di un’arte sempre creativa. Ogni pezzo sempre diverso perché in ogni pezzo, oltre alle mani, metti in gioco anche il sentimento, uno stato d’animo proprio di quell’istante in cui trasformi la materia prima. Si parte dal corno di montone, ne devi scegliere il colore e le tonalità in modo che il manico diventi bello nella sua lucentezza, senza contrasti. Lo raddrizzi col fuoco, con delicatezza, devi riscaldare senza bruciare. La lama che devi modellare nel manico in modo perfetto, incastrarsi come in un abbraccio. Sagomarla e renderla tagliente. Tutto con mola, lima e carta vetrata. Alla fine un luccichio splendente di decine di tonalità di grigi, dall’antracite al chiaro dell’acciaio.
Ancora era giovane Gianfranco, ma i coltelli li faceva belli perché ci metteva passione. Non voleva sfigurare rispetto ai maestri che l’avevano preceduto. La sua famiglia ha donato gli organi e ora la sua vita continua nella vita degli altri. Lui che è stato sfortunato ha reso felice chi non lo era.

È questo il vero e profondo significato della rassegna. Educare alla cultura della donazione. Infatti, saranno presenti l’Avis Donatori di sangue di Dorgali con l’autoemoteca dell’Asl di Nuoro per la raccolta del sangue e l’Associazione dei donatori d’organi. Allora sa resorza servirà con la sua lama a sradicare le radici dell’indifferenza e a innestare nel cuore il seme della solidarietà. E così la tragedia si trasforma in speranza. E Gianfranco vivrà ancora fra noi. Per sempre.

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