I ringraziamenti e gli auguri di don Michele nell'omelia di fine anno

"Ci aspetta un 2014 che avrà per noi un motivo particolare di impegno e riflessione: il centenario della nascita della Beata Maria Gabriella"

La Redazione
01/01/2014
Territorio
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Don Michele, il parroco della Parrocchia di Santa Caterina di Dorgali, approfitta dell’omelia di fine anno per ringraziare la comunità e fare un resoconto ecclesiastico del Duemilatredici appena concluso. Ringraziamenti sinceri per le numerose dimostrazioni di affetto ed incontro manifestate in questi 365 giorni dalla comunità intera, dai bambini ai più giovani, dalle associazioni alle istituzioni.

La Redazione di dorgaligonone.net coglie l’occasione per ringraziare a sua volta don Michele e don Luca per le notizie fornite in questi primi tre mesi di informazione quotidiana. Un sereno 2014, con l’augurio di una collaborazione sempre più proficua e diretta alla divulgazione corresponsabile nel nostro territorio.

Di seguito l’omelia di fine anno:

 

“Eleviamo la nostra lode e il nostro grazie al termine di quest’anno alla Santissima Trinità, che ci rende partecipi della comunione divina e ci fa appartenere alla grande famiglia della chiesa.

Sembra quasi difficile dire grazie in un tempo nel quale tutto ci è dovuto e l’uomo sembra essere diventato padrone assoluto dello spazio e del tempo, ma la fede ci dice che la nostra storia è sacra, storia abitata da Dio e la gratitudine è elemento fondamentale del nostro vivere.
Un altro anno che finisce ci ricorda che noi siamo dentro un grande cammino, dentro un lungo pellegrinaggio, verso una meta eterna e di comunione totale con Dio e in questo cammino noi non siamo soli ma dentro una comunità amata e illuminata dallo Spirito.
Una comunità nella quale veniamo rigenerati alla grazia nel sacramento del battesimo,fortificati dal dono dello Spirito santo nella confermazione, nutriti dal Pane eucaristico, viatico nel nostro cammino, accolti e rigenerati nel sacramento della riconciliazione, confortati nel momento della prova, della malattia, consacrati nel nostro stato di vita, alimentati dalla Parola e resi testimoni nella carità e nella speranza.
Una comunità che durante quest’anno abbiamo sentito sempre più nostra, nello stile dell’accoglienza, della gioia e dell’unità. Il mio grazie parte proprio da questo elemento insostituibile del nostro essere cristiani: la gioia e lo sforzo quotidiano per creare sempre di più una parrocchia ‘con le porte aperte’ non solo in senso fisico, ma specialmente in senso spirituale e pastorale.

La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. [27] Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. [28] È comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario. (Papa francesco Evangelii Gaudium)
Il nostro sforzo, la predicazione, le scelte fondamentali della nostra azione pastorale durante quest’anno ha avuto sempre questa meta: creare una parrocchia vivace, aperta, gioiosa, dove ognuno possa sentirsi davvero di casa.

Momento fondamentale di questa azione pastorale è stato l’elezione del nuovo consiglio pastorale parrocchiale, che non è stato un momento burocratico, per adempiere un dovere di tutte le parrocchie, ma forte occasione per riflettere sul senso della parrocchia e della partecipazione dei laici alla vita della chiesa, attraverso la predicazione, gli incontri nei gruppi, la lettera alle famiglie, gli interventi nella pagina internet della parrocchia.
La disponibilità di tanti, la bella risposta nel partecipare sono segni positivi di un desiderio di molti di lavorare nel continuare nella crescita comunitaria.

Abbiamo vissuto insieme momenti belli e ricchi di grazia:
la celebrazione di 74 battesimi, la gioia di 72 ragazzi e giovani nel sacramento della confermazione, i 20 matrimoni, la bellissima celebrazione della prima confessione e comunione; anche nel dolore e nella sofferenza per la morte di 75 nostri fratelli Dio ci ha donato il suo conforto e la sua misericordia, le novene e le feste belle e partecipate, i tanti momenti di formazione e catechesi.

Ma del 2013 un momento particolare rimarrà nella nostra storia: l’ordinazione sacerdotale di Don Alessandro, sicuramente l’evento più importante e più bello di questo 2013 per la nostra parrocchia. Una comunità che dona un proprio figlio alla chiesa è segno di fecondità spirituale, è invito alla speranza e alla fiducia ... Quei giorni rimarranno nella nostra memoria come giorni di grazia e di benevolenza divina e richiamo specialmente alle nuove generazioni al coraggio e alla capacità di vivere la propria esistenza come dono di Dio da condividere con i fratelli, qualunque sia la strada che ognuno di noi percorre. A noi adulti, sacerdoti e laici rimane anche come richiamo ad investire tante energie pastorali nell’attenzione ai giovani e ai ragazzi, che dobbiamo sempre guardare con fiducia e nei loro confronti non possiamo e non dobbiamo mai elemosinare tempo, energie e passione, guidati dalla “fantasia dello Spirito” in una azione pastorale costante, attenta e accogliente. Fra tutte le cose positive che già facciamo, dobbiamo certamente curare maggiormente la pastorale giovanile e la pastorale delle famiglie, nel sostegno ai genitori di quella loro fondamentale opera educativa. Sono ancora troppi i giovani lontani da ogni pur minimo legame con la vita della parrocchia e non possiamo e non dobbiamo dare per scontato che tanti giovani (ma anche adulti) pur battezzati, abbiano nel cuore un fede autentica e una pur minima formazione cristiana. Ripeto molto si è fatto, specialmente nel cammino settimanale dei gruppi, nei campi scuola, negli incontri di spiritualità, nella formazione fidanzati, nella preparazione ai sacramenti ... Però non basta dobbiamo davvero lasciarci illuminare dall’azione dello Spirito, dalla passione pastorale e dall’amore alla persona per trovare insieme nuove vie e strategie pastorali che coinvolgano anche i più lontani. Il Papa ce lo ricorda continuamente: diventare chiesa aperta, chiesa in uscita, chiesa missionaria, chiesa del servizio e della gioia.

Allargando il nostro sguardo alla situazione sociale, non possiamo non denunciare ancora una volta la grave crisi economica e politica, frutto di una crisi morale e di un sempre più precario senso della giustizia e dell’attenzione all’uomo, ad ogni uomo, specialmente il più povero. La corruzione politica e sociale ha creato una distanza sempre più preoccupante tra cittadino e mondo politico e un senso di sfiducia e di paura per i futuro: tante volte abbiamo raccolto lacrime di persone senza lavoro o con un lavoro senza una prospettiva ... Il grande richiamo che il Papa ha fatto a Cagliari vale come impegno per tutti, ma in particolare per chi ha compiti istituzionali e la scelta forte e decisa della chiesa di porsi nella linea del vangelo dalla parte del più debole, per denunciare le ingiustizie, per accompagnare e confortare chi è vittima di una società egoista e che ha tolto dal suo operare “il bene comune”.

Per noi e per la Sardegna questa crisi ha avuto una forte e terribile spinta dall’alluvione del 18 novembre ... tutti abbiamo ancora davanti a noi la drammaticità di quei giorni e molti ancora vivono senza essere riusciti a risollevarsi moralmente ed economicamente: la grande solidarietà espressa in quei giorni (anche a Dorgali) ci fa ben sperare, in quanto ha coinvolto tutti, specialmente tanti giovani in un lavoro fatto insieme.

Un giorno radioso ha illuminato la nostra Sardegna: la visita del Papa a Cagliari, pochi giorni dopo che alcuni nostri giovani lo avevano incontrato a Roma: davvero due esperienze meravigliose di speranza per la nostra terra e per i nostri giovani. In quest’anno che finisce il nuovo Papa Francesco ha ridato a noi tutti nuovo slancio, nuova fiducia e ci ha ridato parole normali e quotidiane ormai messe da parte quali tenerezza, misericordia, gioia, servizio, povertà, coraggio. Ma rimane impressa in noi tutti la figura meravigliosa e coraggiosa di Papa Benedetto che col suo gesto ha insegnato tanto a credenti e non, ricordandoci che tutti siamo servi inutili dell’unico Signore.

E ora un grazie a voi tutti: ai bambini e ai ragazzi, vera ricchezza di una comunità e tra essi in particolare modo ai chierichetti, ai giovani della comunità anche per il loro servizio liturgico e per la grande disponibilità, un grazie carico di affetto e simpatia ai nostri seminaristi: Filippo, Alessandro e Andrea, ai catechisti, educatori e animatori dei gruppi: Dio benedica il vostro costante e prezioso servizio! Ai priorati e comitati vari, a tutte le ‘Marte’ che operano nel silenzio e nella discrezione oltre che nei servizi più utili ma necessari, un grazie speciale ai ministri dell’eucarestia e con loro a tutti i malati che offrono ogni giorno il loro sacrificio per il bene della chiesa. Un grazie al vecchio e al nuovo consiglio pastorale: la vostra collaborazione è fondamentale per una parrocchia viva! Ai cori e corali che ci hanno aiutato nelle celebrazioni e nelle feste; un grazie speciale a don Luca che Dio mi ha posto accanto in questi primi mesi del nostro vivere insieme e con lui tutti i sacerdoti che ci hanno aiutato, in particolare modo don Nieddu e i sacerdoti di Dorgali che sempre accogliamo con gioia. Non possiamo dimenticare le nostre suore, vere collaboratrici nella scuola e nella parrocchia e con loro un grazie alle monache che sempre più sentiamo parte viva della nostra comunità.

Un grazie e un augurio particolare all’amministrazione, alle scuole, alle forze dell’ordine, a tutti i gruppi e associazioni sportive, culturali e folkloristiche per la vivacità culturale, sociale e di sano divertimento che sanno creare nel nostro paese.
Grazie a voi tutti per la stima, l’affetto e l’attenzione che sempre ci avete mostrato. Davvero ci sentiamo a casa nostra, siamo contenti di essere con voi e per voi e vi sentiamo fratelli e amici. Grazie per la vostra straordinaria generosità nei confronti della parrocchia, ma anche di noi sacerdoti.
Ve lo dico con forza ed emozione interiore e sono sicuro di esprimere anche il pensiero di don Luca: siamo contenti di essere qui, accoglieteci con le nostre fragilità, aiutateci nelle nostre mancanze, continuate a pregare per noi! L’unica meta che ci poniamo è raggiungere insieme con voi la gioia di Dio.

Ci aspetta un 2014 che avrà per noi un motivo particolare di impegno e riflessione: il centenario della nascita della Beata Maria Gabriella ... A lei e all’intercessione della Madre di Dio e Madre nostra che noi preghiamo qui anche col titolo di Vergine del Bonu Camminu affidiamo le nostre gioie e le nostre speranze, i nostri progetti e le nostre fatiche, nella speranza che sia davvero un cammino di grazia e di santità, di serenità e di pace, di benessere spirituale e materiale.”

DON MICHELE

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