È partito quasi due mesi fa il nuovo servizio per la raccolta di abiti e scarpe dismessi. A Dorgali 4 container gialli, in Via Lamarmora (Castula), in Viale Kennedy (all’ingresso del poliambulatorio), in Piazza Sa Cudina ed in Piazza Montanaru. Due a Cala Gonone, presso la Croce Azzurra e uno di fronte al bar La Pineta.
Per questa iniziativa, che riguarda una frazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, il Comune di Dorgali collabora con una ditta esterna CONAU (Consorzio Nazionale Abiti e Accessori Usati) che lavorerà in maniera autonoma provvedendo alle spese e allo smaltimento.
Secondo i dati della CONAU, il recupero di queste materie risulta un importante alleato per l’abbattimento dell’impatto ambientale dell’industria, una volta raccolti e raggruppati vengono inviati ad impianti autorizzati alla gestione di rifiuti (ai sensi del D.Lgs 152/06) dove il processo di trattamento può determinare tre risultati finali: “la qualifica ad indumenti ed accessori di abbigliamento utilizzabili direttamente in cicli di consumo; la qualifica a materie prime seconde per l’industria tessile; altri impieghi industriali”.
Nessun costo in più per i cittadini, anzi, a quanto pare sarà più probabile qualche spesa in meno per il Comune che fino a poco tempo fa indirizzava i tessuti all’indifferenziata causando una maggiorazione nei costi di smaltimento.
Questo progetto poteva essere la ciliegina sulla torta per il settore della nettezza urbana invece sembra essere solo un contentino, “una mendula” per l’intera comunità!
Già, perché purtroppo la qualità e le attività della raccolta dei rifiuti tra Dorgali e Cala Gonone calano a picco e questa situazione è sotto gli occhi di tutti: macchinari fermi, retribuzioni arretrate, vie trascurate o ancora parte della differenziata - accuratamente separata dai cittadini nelle proprie case - trattata come indifferenziata e “trasformata” all’inceneritore di Tossilo.
All’inizio dell’anno gli operai che lavorano per l’associazione temporanea di imprese costituita da due società, Asa e Aimeri srl, e che a suo tempo avevano vinto l’appalto del ritiro e trasporto della differenziata, minacciavano uno sciopero ad oltranza per gli stipendi non pagati.
Per quanto dichiarato dall’ufficio stampa, il Comune si è fatto carico di questo problema nonostante ciò non rientri tra i compiti stabiliti con gli accordi iniziali.
Nel frattempo - nell’indifferenza generale - i cittadini si lamentano per le strade sporche e l’ultima latitanza delle macchine spazzatrici, certo non mancano le domande dei singoli e dell’opposizione, anche il Consigliere Giovanni Patteri chiede, in un’interrogazione del 28 gennaio 2014, di conoscere le iniziative che la Giunta Comunale intende adottare per “scongiurare il deteriorarsi del quadro finanziario”.
La domanda è: ma se le due società che formano l’ATI hanno problemi economici e si dimostrano inadempienti, di quali diritti possono avvalersi per continuare a gestire indisturbati tale servizio?