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N° 56. Cala Gonone Notizie: ottobre 2015

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Lettera alla Parrocchia Nostra Signora di Bonaria. Piazza Madonna del Mare, 2 - 08022 - Cala Gonone (NU) - Telefono: 0784 93093 - Cellulare: 328 3010085 - E-mail: info@parrocchiacalagonone.it - Sito web: www.parrocchiacalagonone.it 

Gli orfani di Dio

Quand’ero piccolo ad Orune (quasi contemporaneamente a Dorgali)  sorgeva un orfanotrofio per raccogliere bambini orfani e poveri. Ai nostri occhi apparivano dei privilegiati. Gli aiuti del paese, del comune e della prefettura permettevano loro un tenore di vita migliore: una grande casa con tante comodità, il lettino personale mentre noi dormivamo “in pedes e in conca”,  pasti sicuri  e abbondanti, vestiti degli giorni festivi diversi dai feriali.  Per fortuna i nostri genitori  ci facevano ragionare fino a farci sentire il rimorso per la vergogna di aver guardato con invidia quegli orfani sfortunati, e per l’incapacità di cogliere sui loro volti la tristezza della precoce perdita dei genitori. Questa lontana immagine dell’infanzia mi è tornata alla mente mentre sulla soglia della chiesetta di Cala Gonone osservavo il continuo flusso di turisti di tutte le età, scendere verso il mare e risalire, belli e abbronzati, verso pizzerie e ristoranti, bar e gelaterie per la festa della vita. Qualche sguardo distratto sulla chiesa, qualche preghiera la sera durante la passeggiata. La maggioranza neppure quello.  La Messa domenicale confermava la folla sempre crescente  degli orfani di Dio, così ritratti dalla confessione di un neo convertito francese:  “Non cercavo Dio e non sapevo che Dio mi cercasse”. Allo stesso tempo la presenza di ragazzi e  giovani insieme ai rispettivi genitori anticipava il prossimo futuro: la chiesa di domani sarà sempre meno chiesa di bambini o singoli credenti e sempre più chiesa di famiglie. Ogni comunità cristiana è chiamata a cambiare la pastorale del “si è sempre fatto così”, perché il mondo è cambiato: prima l’addio alla chiesa avveniva dopo la Cresima, ora dopo la Prima Comunione. Solo il gusto della sfida, la gioia della fede, il coraggio della missione scuoteranno la Chiesa e la società. 

Don Pietro Puggioni  

 

1° ANNIVERSARIO. LA GRANDE PREGHIERA PER DON SALVATORE

Domenica 6 settembre il Cine-teatro ha ospitato una folla straordinaria per pregare e ricordare don Salvatore Fancello nel primo anniversario della improvvisa scomparsa. Anche i corridoi erano occupati da coloro che non avevano trovato posto nella platea e nella tribuna. Una commovente testimonianza di affetto, di ricordo e di gratitudine per questo piccolo prete che ha profuso doti di mente e di cuore per dare a Cala Gonone il gusto di diventare comunità. 

Il messaggio più bello di don Salvatore può essere la parafrasi di una preghiera medioevale: i miei piedi sono bloccati dalla morte, siate voi i miei piedi per l’avventura del Vangelo; le mie mani sono irrigidite, siate voi le mie mani operose e benedicenti; sono entrato nel silenzio definitivo, traducete nella vita la parola che vi ho annunciato; ho scommesso su  Gesù Cristo e mi son donato alla Chiesa, impegnatevi tutti insieme perché nessuno a Cala Gonone sia orfano di Dio.  

AUGURI AI 12 ALUNNI DI PRIMA ELEMENTARE

•Leonardo Arras •Matilde Carta •Claudia Deluigi •Sofia Delussu •Diego Akim Fois •Gloria Fronteddu •Roberto Andres Guran •Fabrizio Loi •Gabriella Mula •Alessandro Mulas •Francesco Domenico Mulas •Salvatore Zedda 

ANCORA GIOVANI A 80 ANNI

Sabato 5 settembre 2015 una simpatica rappresentanza dei 123 nati nel 1935 ha voluto festeggiare il bel traguardo degli 80 anni. Si sono radunati nella nostra chiesa di Gonone per ringraziare il Signore e chiedere la benedizione anche sulle famiglie e sul proprio futuro. Il fedale don Salvatorangelo Nieddu ha celebrato la Messa e nell’omelia ha messo in risalto i sentimenti di tutti,  formulato gli auguri per un futuro di pace e serenità, ricordato tutti gli amici defunti. Prima della Messa una visita in cimitero per una preghiera di suffragio e un omaggio floreale. 

A coronare la fausta circostanza naturalmente un sontuoso pranzo tra danzare di mascelle, innalzare di bicchieri, allegria di brindisi, corale ricordo di anni lontani e sogni di un futuro a 3 cifre (100 anni) , e anche di più … senza limiti alla Provvidenza. 

A nome di tutta la comunità: Auguri a largos annos, sanos e alligros! 

 

PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DEI POVERI

L’appuntamento di fede di domenica 4 ottobre lassù a Buca ‘Entu è stato favorito, a dispetto del nome del luogo, da una meravigliosa giornata di sole. Numerosi fedeli, saliti da Dorgali e da Gonone, hanno reso omaggio alla Madonna di Poveri con la recita del santo Rosario e la celebrazione della Messa. Don Pietro Puggioni ha interpretato nella omelia il significato di questo titolo mariano presentandone l’attualità per il momento che viviamo. Molti son saliti a piedi lungo i sentieri che offrono meravigliose  viste sul mare e sul vasto panorama della regione. Altri sono stati condotti da fuoristrada messi a disposizione da generosi volontari. Alla fine un gioioso momento comunitario con l’immancabile e graditissimo “cumbidu”,  offerto dagli organizzatori, a base di vino, bibite e dolci. Interessante la storia di questa Madonnina. L’idea è nata tra le corsie dell’ospedale dall’incontro del compianto Tore Nonne con dei malati che avevano sperimentato la potente protezione della Madonna dei Poveri.  Dorgali viveva allora un momento doloroso a causa di episodi di violenza e di delinquenza che toglievano al paese la serenità, nell’impotenza delle varie autorità.  Tore riuscì a coinvolgere  amici in un comitato che promosse l’affidamento del paese alla Madonna e l’acquisto della relativa statua a Milano.  Franco Senette, ivi residente partecipò alla festa e   filmò la consegna della statua ai rappresentanti del comitato.    Quando Tore Nonne morì all’antivigilia del Natale di 7 anni fa il pellegrinaggio annuale era già affermato nella pietà popolare di Dorgali e Gonone.  Oggi è sempre vivo il  ricordo della cerimonia dell’affidamento alla Madonna, officiata dal Vescovo Mons. Meloni, con grande concorso di popolo anche dai centri vicini.

 

CALA GONONE 1905 — LA STAGIONE BALNEARE​

La Nuova Sardegna 30-31-1905 — È incominciata diggià l’aspettata, la desiderata stagione dei bagni, come quest’anno mai vista per l’affluenza straordinaria dei forestieri. Non sono soltanto le famiglie del territorio Dorgalese, del Nuorese, della Baronia, solite tutti gli anni a portarsi al mare per godere delle aure fresche e del bagno marino; ma ne giungono dalle lontane regioni, dalle città, dai paesi situati nell’interno dell’isola. È un movimento incessante: carri carichi di uomini, di donne, di fanciulli con bagagli e provviste, carrozze con egregi cittadini, cavalli e cavalieri con signore e signorine sedute sulle groppe attraversano il paese all’alba, nel mattino, nel meriggio, nella notte cantando allegre canzoni fra la gioia, l’allegrezza, l’entusiasmo: gli evviva al mare, al Gonone sono ripetuti ogniqualvolta si incontrano gruppi di diverso paese. Come in grandiosa festa si percorre l’erta strada montanina, si scende sotto l’ombra dei roveri, delle querce, altra volta maestose selve devastate dall’umana ingordigia, finché si giunge al desiato luogo, al Gonone, al mare.     La spiaggia è cinta da una montagna composta da coni calcarei che destano meraviglia, e sui fianchi di essi, dei clivi verdeggianti: il mare sempre sereno, limpido, azzurro come la volta celeste, le onde placide, piccoli seni eternamente quieti formano le vasche naturali per uso dei deliziosi bagni, ed ove spirano nelle ore mattutine e vespertine i zefiri soavi.     Qua e là in dolce pendio si ergono case belle con giardinetti, terrazzi e poggioli dai quali  la vista si compiace nell’ammirare l’ampia distesa  delle acque, le vele di piccoli e grossi legni, e le frotte dei delfini inseguirsi a vicenda e sollevandosi al di sopra delle onde schiumose per poi tuffarsi e scompaginare i profondi gorghi del mare.  

DA CALA GONONE  ALL’OCEANO: VIVI COME SOGNI.   GAETANO MURA IN DUE DOCUMENTARI

Dal nostro mare alle onde oceaniche da affrontare nelle più prestigiose regate internazionali, ma per salpare nei mari lontani serve sacrificio, costanza, adattamento ma soprattutto ripetersi spesso “Vivi come Sogni”. Il titolo del documentario del navigatore gononese  Gaetano  Mura che in venti minuti di filmato ha sintetizzato tante bellissime immagini delle  sue imprese in Atlantico – in particolare la regata Jacques Vabre - e offerto la sua filosofia di vita al pubblico che il 30 agosto – giornata di apertura delle manifestazioni della Bitas, la Borsa Internazionale del Turismo Attivo che quest’anno si  tiene nel nostro paese – ha riempito il Cine Teatro Arena comunale per una serata sotto il segno del mare e delle  emozioni. Quelle di “Vivi come Sogni” e quelle di “Le favole iniziano a Cabras”, un film documentario di Raffaello Fusaro e Gianfranco Mura che sarà proiettato in prima serata il 2 ottobre su Sky Arte HD,  che vede tra i protagonisti anche Gaetano in un racconto della Sardegna non da cartolina ma da sogno. Anzi sogni. Quelli dello stilista Antonio Marras, dello scultore Pinuccio Sciola, del musicista Gavino Murgia, dello scrittore di Marcello Fois. Uomini e donne di Sardegna che sono riusciti a dare forma alle loro aspirazioni.    Un percorso per niente facile, ma possibile.  Illustrato, durante la serata,  da Gaetano con il regista Raffaello Fusaro e Gianfranco Mura che hanno risposto alle domande dell’attento pubblico gononese incuriosito da queste storie tra mare e terra che rendono unica la nostra isola. Un tributo anche alla nostra natura che non solo migliora la nostra qualità della vita ma rappresenta un importante fonte di reddito grazie al turismo. Non a caso i due documentari hanno aperto le manifestazioni collaterali della Bitas – come ha ricordato l’assessore al turismo Stefano Lavra – che intende promuovere e valorizzare il nostro territorio. Tutto da rispettare. Sul tema  economico Gaetano: “Pensare al turismo va bene, anzi benissimo perché è la principale fonte di reddito del nostro paese ma, per dirla come don Salvatore che è stato un importante riferimento per la nostra comunità, non dobbiamo dimenticarci che prima di ogni altra cosa siamo una comunità con esigenze e priorità che vengono  prima del turismo.  I nostri giovani, per fare un esempio,  non hanno una struttura in cui poter praticare lo sport nei mesi invernali, una piscina di cui usufruirebbe tutto il paese,  uno spazio portuale dove poter praticare sport acquatici. Serve più attenzione per i cittadini di Cala Gonone” E a proposito di nuove generazioni: “Ci sono giovani con forti potenzialità che se avessero la possibilità di confrontarsi in un contesto sportivo agonistico potrebbero ottenere buoni risultati. Penso a Claudio che vorrebbe nuotare  e  ha un fisico che fa ben sperare,  penso al mio amico Samuele, ha poco più di 20 anni e si allena da ciclista completamente in “solitario", ne so bene qualcosa io, dimostrando una forza e una determinazione inusuale, tutta da supportare.  In ogni caso lo sport non é solo medaglie e trofei;  crescere con una mentalità sportiva é sano ed é una buona alternativa al bar. Occasioni ed opportunità come la BITAS dovrebbero far riflettere anche su questo aspetto”.

 

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